International Business Development

Una guida per chi desidera avviare un progetto, un’impresa, e vuole conquistare i mercati internazionali ed internazionalizzati.

Per Chi e Perché

Ci sono Persone con Idee che vogliono mettersi in gioco e avviare un proprio progetto o una propria impresa altri che vogliono espandere un business esistente.
Questo libro vuole essere una guida pratica per queste persone, specialmente se non sono esperte di strategia e marketing, che faciliti l’attività di analisi, studio e pianificazione del loro progetto.
Questo libro non basterà, ovviamente, a trattare tutti gli aspetti e tutti i temi legati al fare impresa in contesti globalizzati, ma vi permetterà di avere buone basi per interagire in contesti di competizione internazionalizzata.

Molte imprese italiane si trovano, anche nel mercato domestico, a competere con attori di diversa provenienza che hanno spesso vantaggi competitivi dati dal Sistema Paese di origine o da strutture aziendali di grandi dimensioni e molto evolute. Da qui la necessità di capire meglio le dinamiche di mercato e le esigenze dei loro clienti, sfruttando metodi e strumenti pratici, adatti al tessuto imprenditoriale tipico del nostro Paese.

Leader si diventa concentrandosi esclusivamente sull’esperienza del cliente.

Jeff Bezos

contenuti

^

Progetto e impresa

cosa sono, quali le differenze

^

Dall’idea alla progettazione

il percorso da fare

^

Il processo di pianificazione

le fasi e il ciclo

^

considerazioni e suggerimenti

Chi scrive il progetto

1. Progetti e imprese

Il progetto

Volendo rivolgermi anche a futuri imprenditori, quindi a chi si sta preparando ad avviare una start-up (non necessariamente tecnologica o innovativa) tengo per prima cosa a fare un passo indietro e parlare di che cosa sia progetto prima ancora che di che cosa sia impresa.

Di fatto, anche avviare un’impresa è un progetto. Ma come si definisce un progetto?

Vado per semplicità a vedere cosa dice il vocabolario e trovo: a) “Ideazione, piano, proposta per l’esecuzione di un lavoro o di una serie di lavori”; b) “Più genericamente, idea, proposito più o meno definito, riguardo a qualcosa che si ha intenzione di fare o d’intraprendere”; oppure c) “In ingegneria e architettura, il complesso degli elaborati (disegni, calcoli e relazioni) che determinano le forme e le dimensioni di un’opera da costruire (edificio, impianto, macchina, strada, ecc.), ne stabiliscono i materiali, il modo di esecuzione, le particolarità costruttive, i reciproci impegni tra committente e costruttore e ne stimano il costo (in alcuni casi vi è compresa anche una relazione sulla ricerca preliminare che ha determinato le scelte): p. di fattibilità, costituito da un’idea sommaria dell’opera” 2. Devo dire che la definizione c) mi sembra idonea anche a essere applicata nell’ambito economico e aziendale dell’impresa.

Per integrare qualche elemento, vi pongo in relazione alcuni ulteriori significati estraibili dalle definizioni di progetto nella disciplina economica della gestione dei progetti. Trovo: “… Un progetto consiste nel tentativo temporaneo intrapreso per creare un unico prodotto, servizio o risultato”. Altrove si dice che per progetto possa intendersiun ambiente di gestione che è stato creato allo scopo di fornire uno o più prodotti di business in accordo con uno specifico caso d’affari. Un progetto può anche essere visto come un’organizzazione temporanea”.

Per quanto riguarda gli obiettivi di un progetto – cioè quelli che si vogliono realizzare, conseguire, durante e/o al termine del progetto stesso e al rag- giungimento dei quali si prevede la riscossione dei benefici pianificati –, essi dovrebbero essere considerati, seguendo i criteri SMART (acronimo inglese), secondo il seguente modello:

  • Specific (specifici);
  • Measurable achievement (con risultato misurabile);
  • Achievable (raggiungibili);
  • Realistic (realistici; nota bene: in base alle risorse disponibili);
  • Time-related (definiti nel tempo).

In riferimento agli obiettivi, Walt Disney sosteneva che “la differenza tra un sogno e un obiettivo è semplicemente una data”.

Guardando queste definizioni e la descrizione degli obiettivi, possiamo considerare l’impresa stessa come un progetto o, in molti casi, un insieme organizzato di progetti.

Senza pretesa di approfondire la materia del project management, ovvero 4

della gestione dei progetti, e rimandando per questa a testi specifici, ho definito alcuni degli elementi fondamentali dei progetti.
Abbiamo parlato di idea, ideazione, piano, obiettivi e delle loro caratteristiche, ivi compresi i tempi.

Ci sono, poi, le fasi di un progetto, che sono:

  • Definizione;
    Pianificazione/programmazione;
    Attuazione/esecuzione;
    • Valutazione

In queste fasi conteranno alcuni elementi-chiave: persone, idee, capacità, disponibilità di capitali, mezzi e tempo.
Le persone sono fondamentali per ogni progetto, ovviamente: potrebbe bastarne una, ma potrebbero essere necessarie anche più persone intenzionate a dare vita al progetto e, quindi, motivate a proporre delle idee, imprescindibili dal buon esito dello stesso. Dal mio punto di vista gli altri elementi sono subordinati alla presenza di quelle che chiamerò “persone con le idee”. Come la realtà ha ampiamente dimostrato, questa è la base essenziale. È chiaro che tali persone dovranno avere una vasta gamma di competenze e capacità. Per poter avere successo dovranno comunque avere una gran forza di volontà. Tutto il resto, rispetto ad essa, sarà di secondaria importanza. Mi spiego meglio: le capacità possono essere reperite sul mercato del lavoro, le così dette risorse umane; i capitali si possono guadagnare o assicurare per mezzo di finanziatori, quindi di altre persone che dovranno vedere nel progetto, e in chi lo sviluppa, un’opportunità; i mezzi, se non ci sono già, si possono acquistare, pagando per averli a disposizione o si possono far produrre. Il tempo è un elemento importante, ma che, a essere sinceri, non ci è dato di controllare: quello che possiamo fare è disciplinare noi stessi ed eventuali collaboratori al fine di svolgere determinate attività entro unità prestabilite di tempo. Infatti, il tempo viene spesso preso come parametro per valutare una disponibilità in termini di lavoro (ore-uomo, ad esempio) o di denaro – Solitamente un prestito, tra le altre cose, prevede la definizione di un importo concesso e un periodo di tempo per il prestito stesso e la restituzione –. Quindi il secondo elemento più importante è il denaro che, una volta raccolto, ci permette di pagare mezzi e “persone con capacità”, cioè di pagare per avere a disposizione parte del loro tempo.

Visto in quest’ottica il progetto, esso sembra valorizzare più di ogni altra cosa il fattore “idee e creatività”. Ciò non significa, però, che solo le persone con le idee siano importanti, specialmente se osservate da un punto di vista umano; tuttavia, se si guarda anche al mondo delle start-up e del capitale di rischio, si vede che la differenza la fanno le persone con le idee, che hanno saputo convincere altre persone con i soldi ad affidare loro parte delle loro risorse economiche, esponendole sì a qualche rischio, ma con la speranza di un futuro maggiore guadagno. Una volta fatto ciò si può appunto pagare per colmare il deficit degli elementi mancanti.

In alcuni casi, invece, chi comincia un proprio progetto potrebbe anche avere a disposizione della liquidità e quindi potrebbe ovviare da subito a ciò che gli manca per raggiungere i suoi scopi. Per spirito di provocazione dirò inoltre che alcuni progetti non hanno necessità iniziale di capitali o mezzi (penso ai servizi erogati da singoli, l’esempio più lampante dell’importanza delle idee: in quei casi la crescita del progetto può anche venire finanziata con quanto guadagnato).

Abbiamo fatto una lista degli ingredienti principali necessari a un progetto e abbiamo visto che un progetto ha delle fasi.
Si deve comunque considerare che le fasi di un progetto non sempre procedono in modo lineare. Ci possono essere progetti, dentro o fuori le imprese, che prevedono una pianificazione iniziale ma che, a seguito di verifiche durante l’attuazione, subiscono un cambio di piano. Ritengo che queste fasi siano fondamentali anche all’interno dei processi di un’impresa e che esse dovrebbero essere considerate, ragionate e scritte. È d’obbligo compiere un’analisi comparativa desiderato-ottenuto, cioè che, una volta predisposti i piani operativi, in un determinato lasso di tempo o all’ottenimento di un certo risultato, si verifichino le discrepanze tra risultati ottenuti e risultati che si era inteso ottenere. Quest’analisi consuntiva all’interno di un progetto permette di fare una serie di considerazioni importanti e di documentare l’andamento di un progetto, onde introdurre eventuali manovre correttive, ma anche in funzione di futuri progetti. Questa metodica viene consigliata anche per la valutazione personale, cioè della propria efficacia e dei propri punti di forza. Tra5gli esperti che parlano di questa metodica c’è, ad esempio, Peter Drucker il quale dice: “Se non puoi misurarlo, non sarai in grado di gestirlo”: Drucker sta alludendo alla feedback analysis, o “analisi delle informazioni di ritorno”. Il suggerimento è di annotare le decisioni-chiave che si prendono in un cosiddetto “diario di riflessione” che registri anche il risultato desiderato: sarà più agevole verificare a posteriori il risultato ottenuto. Questo tipo di registrazione permette al singolo, ma anche ad un’organizzazione, di tenere traccia di quanto si è deciso di fare, delle aspettative e poi, a posteriori, dei risultati reali, all’interno di un documento dove sia facile far risaltare una serie di casistiche che possano permettere l’identificazione di schemi ricorrenti. Tutto ciò può servirci a capire meglio noi stessi e i nostri comportamenti. Chi infatti vuole migliorarsi deve partire da qualche parte, per attuare eventuali correttivi.

Quindi anche le persone con le idee che sviluppino un progetto dovrebbe- ro monitorare il progetto medesimo, ma anche se stessi, per capirsi meglio e aumentare in futuro l‘efficacia personale.
Esempi pratici di controllo si hanno nelle aziende di produzione meccanica, che controllano alla fine di una commessa il preventivo fatto, cioè l’offerta, confrontandolo con una verifica consuntiva dei costi realmente.

sostenuti e dei tempi impiegati. Tale controllo permette loro di evidenziare se il risultato desiderato si sia anche poi concretizzato: in caso di discrepanze, ci si prodiga a trovare la causa della differenza. Ciò permette alle aziende di sapere con maggiore esattezza come comportarsi in caso di progetti uguali o simili e quindi di calibrare al meglio il prezzo dell’offerta. Normalmente questo controllo dovrebbe essere fatto sempre a fine progetto e, nel caso di risultati in differita, dovrebbe avere dei tempi di monito- raggio congrui e predeterminati. Con questo ribadisco, però: ogni progetto ha una durata finita, quindi un inizio e una fine, anche se la fine può slitta- re, rispetto alla data programmata inizialmente.

Capitoli

Pagine

Una persona o più persone che da un’idea sappiano trarre un input creativo sono anche in grado di tradurre quell’idea in un business o nell‘amplia- mento di un business esistente.
Dapprima si ha, quindi, una elaborazione dell’idea iniziale che porta a una definizione del possibile progetto. Si passa poi a una analisi: quel che si cercherà di capire riguarderà quantità e qualità delle risorse disponibili n riferimento al possibile progetto, cioè: Capitale, Persone, Cose.

Le imprese devono prepararsi a sopravvivere in un mondo con molta probabilità ancor più competitivo e ostile… È proprio alla descrizione di quanto necessario per raggiungere un tale obiettivo che sono dedicate le istruttive e realistiche indicazioni contenute nei capitoli del presente saggio…

Prof. Arduino Paniccia

Presidente ASCE, Scuola di Guerra Economica e Competizione Internazionale di Venezia e Docente di Studi Strategici

L’autore

Damiano Zornetta è un consulente aziendale che si occupa di sviluppo business sui mercati internazionali. Socio Qualificato APCO, ha conseguito la certificazione internazionale CMC® come consulente di direzione. È inoltre socio co-fondatore e CEO della società 1 2 export srl [si legge: one to export] che aiuta le PMI a crescere e svilupparsi sui mercati esteri (UE e Mondo).

Classe 1977, nato nell’entroterra Veneziano, ha vissuto in Veneto e in Franconia (Würzburg), Germania.

Dal 2003 lavora in, o per, Micro e PMI di diversi settori merceologici, contribuendo al loro sviluppo sui mercati internazionali, partendo da mansioni operative di supporto fino ad arrivare alla consulenza. Questo gli ha permesso di fare esperienza sul campo e conoscere quindi i problemi quotidiani delle piccole e medie realtà produttive e commerciali.

Damiano Zornetta

materiale aggiuntivo

Inserisci la tua mail per accedere ai contenuti aggiuntivi di “International Business Development” e ricevere eventuali aggiornamenti, informazioni su eventi e nuove uscite.